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A BAVENO (VB) 31 MARZO 2010: PRIMA RAPPRESENTAZIONE DELL'OPERA "GELSOMINO" PER IL PREMIO FEDORA




“GELSOMINO”
Prima rappresentazione assoluta
31 marzo 2010 – ore 21 GRAND HOTEL DINO
Baveno, Lago Maggiore - Verbania


Un giuria prestigiosa, composta oltre che da compositori di altissimo rilievo artistico anche dai massimi esperti italiani del repertorio contemporaneo, ha scelto l’opera “Gelsomino nel paese dei bugiardi” di Stefano Seghedoni quale vincitrice della seconda edizione del Premio Fedora. Il concorso relativo all’edizione 2009 ha visto 17 partecipanti proventi da diversi paesi (cinque italiani, tre inglesi, uno georgiano, uno ucraino, uno greco, due statunitensi, uno irlandese, uno francese, un armeno e uno australiano). Le opere selezionate sono state due: “Garland” del giovane compositore inglese Adam Scourfield e “Gelsomino” dell’italiano Stefano Seghedoni. A fine 2009, completate le due composizioni la giuria ha deciso di non assegnare il Premio ma di segnalare l’opera di Seghedoni come la migliore in concorso per il 2009 ritenendola meritevole di essere rappresentata per la messa in scena del 2010. E dunque, per il secondo anno consecutivo, sarà un lavoro italiano ad essere presentato in anteprima mondiale nello splendido scenario delle sale del Grand Hotel Dino a Baveno (Verbania). Da segnalare il connubio con il mondo digitale grazie all’introduzione di un software, Kilykà, un progetto studiato e brevettato dall’associazione La Voce dell’Arte che ha lo scopo di esplorare modelli di interazione tra il linguaggio musicale, quello visuale e quello gestuale, con particolare attenzione al riconoscimento dei contenuti espressivi. Uno spazio interattivo frutto dell'integrazione di una tecnologia di motion capture markerless e di vari motori di rendering che interpretano visivamente e acusticamente i contenuti espressivi generando interattività. L’esperimento applicato in occasione della prima rappresentazione di “Gelsomino” è una dimostrazione di interattività capace di dare risultati davvero sorprendenti!
Quest’anno ricorrre il 90° della nascita di Gianni Rodani, occasione gradita per gli organizzatori del Premio Fedora, di omaggiare attraverso questa produzione lo scrittore nato a Omegna, nella provincia VCO.
Il Premio Fedora è parte integrante del progetto Comporre e rappresentare nel XXI secolo, finanziato principalmente dalla Fondazione Cariplo. Tale progetto è così strutturato:Premio Fedora: concorso internazionale di composizione per opere di teatro musicale da camera.Laboratori di formazione nel campo della musica, del canto e della danza, legati tutti al linguaggio contemporaneo e all’improvvisazione.Un centro di produzione artistica legato alla contemporaneità e alla sperimentazione di un esclusivo software (Kilykà) con il quale intendiamo esplorare la compenetrazione tra arte e tecnologia nel campo della musica, del canto e della danza.

Per informazioni e prenotazioni: Atelier La Voce dell’Arte – via Repubblica 7 –
28293 Verbania
http://www.vocedellarte.it/
prenotazioni@vocedellarte.it
Ingresso € 15 - Sconto abbonati stagioni teatrali € 12
Ingresso spettacolo con aperitivo e buffet € 20 – Ingresso gratuito bambini fino a 12 anni


GELSOMINO NEL PAESE DEI BUGIARDI
Opera in un atto
Libretto di Rahel Francesca Genre
(ispirato al romanzo omonimo di Gianni Rodari)
musica di Stefano Seghedoni
Regia di Stefano Monti
Direttore Marco Boni

Personaggi ed interpreti
Gelsomino – Camilla Corsi soprano di coloratura
Zoppino, il gatto – Alejandro Escobar tenore
La Zia Pannocchia – Maddalena Calderoni soprano drammatico
Re Giacomone – Giovanni Tarasconi basso
Il maestro Domisol/Bananito – Emilio Marcucci baritono

Voce recitante da definire

I Solisti del Teatro Regio di Parma
1 flauto
1 oboe
1 clarinetto
1 fagotto
1 percussionista
Pianoforte
Chitarra elettrica
Basso elettrico/Contrabbasso
Quartetto d’archi

CORO da definire
Ciambellani/Pirati, Cittadini e gatti

Scenografia di Keyko Shiraishi
Lighting designer Nevio Cavina

GELSOMINO NEL PAESE DEI BUGIARDI
“Gelsomino” è la storia di un bambino che possiede una voce straordinaria. Una voce così speciale e potente da riuscire mandare in frantumi i vetri delle finestre solo a sussurrare qualche parola. Gelsomino decide di lasciare la propria casa in seguito alle catastrofi provocate. Giunge così in uno strano paese, dove un gatto di nome Zoppino lo introduce alle stranezze del “paese dei bugiardi”. Qui, un vecchio pirata si è fatto nominare re e insieme ai suoi vassalli e cortigiani ha stravolto il vocabolario del regno: per far dimenticare le proprie origini, si fa chiamare “sua Maestà” e ogni cosa prende un nuovo nome. Gli abitanti si abituano a mentire e a chiamare le cose secondo la legge del re. Zoppino e Gelsomino vivono insieme diverse avventure, provocando lo scompiglio, fino a far trionfare la verità e restituire la libertà al paese dei bugiardi.
Note della librettista
Gelsomino nel paese dei bugiardi è una favola per grandi e piccini, dal finale amaro. Ispirata all’omonimo racconto di Gianni Rodari, ne segue fedelmente le scene e l’intreccio quasi fino alla fine. È la storia di Gelsomino, un bambino come tutti gli altri ma con il dono di una voce straordinaria. Voce che lo costringerà un bel giorno a mettersi in cammino in cerca di fortuna. Inizia qui la sua avventura, l’incontro con il gatto a tre zampe Zoppino, con l’anziana Zia Pannocchia e i suoi sette gatti, con il maestro Domisol e il pittore Bananito. Siamo nel paese dei bugiardi, dove ogni cosa, per volere del re, viene chiamata con un altro nome, a partire dallo stesso Re Giacomone, un tempo capobanda di un pugno di pirati e ora sovrano indiscusso del regno: un paese dove la verità è bugia e la bugia verità. Riuscirà il nostro eroe Gelsomino, con l’aiuto dei suoi sgangherati amici, a far trionfare la verità?
Note del compositore
Gelsomino nel paese dei bugiardi” è un romanzo a cui sono stato molto legato durante l’infanzia; amavo le situazioni paradossali che Rodari aveva creato e, soprattutto, quella galleria di simpatiche marionette che interagivano con altre figure cariche invece di tanta umanità. Rileggendolo da adulto mi sono accorto della satira corrosiva che si nascondeva sotto la dimensione favolistica del racconto, e della sconcertante attualità dell’opera. Mi piace molto pensare che l’autore abbia affidato a questo suo racconto, quasi come fosse una “capsula del tempo”, un monito per le future generazioni contro qualunque forma di potere assoluto che, attraverso l’imposizione della totale omologazione, arrivi a spersonalizzare e a disumanizzare le persone fino a trasformarle in esseri vuoti e “non pensanti”. E’ da questo punto che io e Rahel Genre siamo partiti per costruire la nostra rilettura del “Gelsomino”. La dimensione della satira feroce ci ha guidato nel ridisegnare la parabola di Gelsomino, muovendoci però alla luce di quello che è il mondo di oggi, un mondo dove purtroppo l’omologazione (verso il basso) è in stato avanzato.
Per rappresentare questo mondo così eterogeneo, composto da personaggi che, come fantasmi, punteggiano il cammino del nostro eroe e del suo amico felino a tre zampe (un essere un po’ inquietante, non trovate?), ho fatto ricorso ad atteggiamenti musicali tra i più vari: un certo rock, il musical, alcuni cliché del melodramma ottocentesco, un po’ di vaudeville; il tutto per rendere questa “favola” ancora più astratta e “atemporale”. Una cosa che mi preme chiarire è che sarebbe stato molto didascalico secondo me creare due mondi musicali, uno per i personaggi “normali” ed uno per “i bugiardi”; più interessante era connotare le singole situazioni in vista di quello strano epilogo che io e la librettista Rahel Genre abbiamo pensato di inserire dopo quello che era l’originale “lieto fine” di Rodari…..Siamo stati forse pessimisti?
(Stefano Seghedoni)

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