1° festival della commedia antica
9-15-17 luglio 2010
Tre serate di teatro,
tre commedie di autori greci rappresentate nella suggestiva cornice del parco archeologico di Pian di Misano, nell’area antistante la nuova ala del Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”
Marzabotto (BO)
Via Porrettana Sud n. 13
ingresso € 10,00 - ridotto € 7,00
per informazioni e prenotazioni
Biblioteca di Marzabotto
Tel. 051 932907 - e-mail: biblio@comune.marzabotto.bo.it
Tre serate di teatro, tre commedie di autori greci rappresentate con allestimenti divertenti, sperimentati e interessanti, nella suggestiva cornice del parco archeologico di Pian di Misano, nell’area antistante la nuova ala del Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”.
Vanno in scena “Il povero Pluto” di Aristofane, nell’adattamento di Michele Mirabella, con Denny Mendez, Vito Cesaro e Antonino Miele, e “La donna di Samo” e “L’arbitrato” di Menandro con maschere tratte dai modellini in terra cotta, custoditi oggi nel Museo Archeologico di Lipari.
Menandro, alla fine del IV secolo avanti Cristo, è il più famoso esponente della commedia chiamata Neà (commedia nuova). Tuttavia, prima dei ritrovamenti archeologici di cui si è detto, e prima del lungo e appassionato lavoro interpretativo di Mario Prosperi, questo autore era (e in parte è ancora) ignoto alle scene.
venerdì 9 luglio 2010, ore 21.00
Museo Etrusco - Marzabotto
Denny Mendez, Vito Cesaro, Antonino Miele in
IL POVERO PLAUTO
di Aristofane
con Massimo Pagano, Monica Sallese e Orazio Cerino
La commedia tocca un tema di scottante attualità: il contrasto tra ricchezza e povertà. Cremilo, cittadino onesto e povero, che vive in una città dove le persone per bene vivono vita grama mentre i disonesti si arricchiscono, si reca a consultare l’oracolo di Apollo. Il dio gli risponde una sola strana cosa: la prima persona che incontrerà uscendo dal tempio, la segua senza mai lasciarla.
E ora Cremilo, tornando dall’oracolo, si è portato dietro un cieco malconcio e acciaccato, trovato uscendo dal tempio. Cremilo costringe con minacce il cieco a dire chi è. Egli finalmente parla: è Pluto, il dio della ricchezza, accecato da Zeus perché non possa vedere le persone dabbene e quindi distribuisca i suoi doni a disonesti e malvagi. Cremilo non vuole più lasciarlo andare come aveva promesso, e propone al dio di fargli riacquistare la vista.
Ma all’improvviso appare la dea della Povertà, sotto le sembianze di una splendida donna, decisa ad impedire l’insano progetto. Nel frattempo l’eunuco Blepsidemo, vicino di casa di Cremilo viene anch’egli attratto dal miraggio della ricchezza….
Tutto questo per dimostrare come dopo 2.500 anni l’uomo non sia affatto cambiato: il denaro e la ricchezza rimangono la sua massima ambizione. La cultura, l’arte, la scienza sono al secondo piano nelle aspirazioni umane. E gli dei, nella concezione di Aristofane, non sono da meno.
giovedì 15 luglio 2010, ore 21.00
Museo Etrusco - Marzabotto
LA DONNA DI SAMO
di Menandro
traduzione e regia di Mario Prosperi, maschere di Silvio Merlino dai modellini rinvenuti e identificati da Luigi Bernabò Brea, scena di Renato Mambor, costumi di Beatrice Bordone, musiche a cura di Maria Piazza
Demèa e Nikèrato sono il grasso e il magro delle comiche, sempre in conflitto pur essendo amici per la pelle. Mentre essi sono assenti dalle rispettive famiglie per un viaggio di affari nel Ponto, la figlia di Nikèrato, Plàngon, in seguito ad una relazione clandestina con Moschìon, figlio di Demèa, ha partorito un bambino.
I due giovani sono innamorati e vogliono sposarsi, ma per timore di quello che potrebbe dire e fare Nikèrato al suo ritorno a causa del bambino, decidono, di concerto con le donne e i servi di entrambe le famiglie, di affidare il neonato a Chrysis, la concubina di Demèa, che lo allatti e lo faccia passare per suo.
La bugia, quando tornano i due vecchi, ha conseguenze inattese e dirompenti….
sabato 17 luglio 2010, ore 21.00
Museo Etrusco - Marzabotto
L’ARBITRATO
di Menandro
traduzione e regia di Mario Prosperi, maschere di Silvio Merlino dai modellini rinvenuti e identificati da Luigi Bernabò Brea, scena di Renato Mambor, costumi di Beatrice Bordone, musiche a cura di Maria Piazza
Si assiste inizialmente agli eccessi di Charisio, disperato perché la sua adorata moglie Pànfile lo ha sposato mentre era incinta di un altro uomo. Il figlio della colpa, nato durante un’assenza di Charisio, viene esposto con un piccolo corredo di gioielli che possono aiutare un giorno a riconoscerlo. Un servo però rivela questa nascita a Charisio, che subito abbandona la moglie e si fa ospitare nella casa di fronte da un amico che gli cede per soldi la sua schiava Abròtono, una citarista.
Intanto un pastore trova un bambino con un piccolo corredo di gioielli, lo cede successivamente a un carbonaio, ma vorrebbe tenere i gioielli per sé. Ne nasce una disputa che viene arbitrata da Smicrìne, il padre di Panfile abbandonata, che passa di lì per caso mentre viene in città a insistere perché la figlia chieda il divorzio. Ma un anello del corredo del bambino innesca una complicata trama…. Fra liti, menzogne, trucchi e false piste, si arriva allo scioglimento del dramma, dopo molte peripezie e attraverso un dedalo di situazioni continuamente cangianti in cui viene messa a nudo l’anima dei personaggi, confrontati ognuno singolarmente con la difficile etica dell’amore, la cui legge governa la coscienza umana.
Promosso da Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Comune di Marzabotto, Pro Loco di Marzabotto, Provincia di Bologna, Carisbo
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