Cantanti anni 60, 70 e 80, ospiti Vip, tribute band, spettacoli di burlesque, cabaret, animazioni per bambini, teatrino burattini, trampolieri, folk romagnolo, pizzica salentina, ecc... per sagre, locali ed eventi privati.
Per info: 334 2098660
italia-eventi@libero.it

A Palestro i Caduti sono tornati nel loro Ossario




Restaurato l'Ossario di Palestro. "E' una delle più interessanti testimonianze di quell'amor di Patria che plasmò l'Italia post unitaria", afferma il Consigliere Paolo Peluffo. L'Ossario, grande opera del Sommaruga, è tra i cento monumenti restaurati nell'ambito del progetto "I Luoghi della Memoria" voluto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. I resti dei caduti che il 31 maggio del 1859 si sacrificarono per salvare Palestro e l'Italia sono tornati a riposare tra le pietre risanate dell'Ossario loro dedicato.

Alla cerimonia inaugurale dell'Ossario restaurato, alla presenza del sindaco di Palestro, dei sindaci dei comuni delle battaglie della Guerra di Indipendenza del 1859, dei parlamentari eletti nella provincia di Pavia, dei consoli onorari presenti nell'area, del Soprintendente ai beni architettonici e artistici di Milano, arch. Alberto Artioli e del Comandante militare di Milano per l'Esercito, generale di brigata Camillo de Milato, il Consigliere Paolo Peluffo, coordinatore nazionale del 150°, ha osservato come "Palestro è uno dei cento Luoghi della Memoria, un progetto del Governo e del Comitato dei garanti per il 150°, che rappresentano il cuore delle celebrazioni del 150°, una maratona di restauri e di narrazione che è partita il 5 maggio 2010 a Quarto dei Mille con il Presidente Napolitano. Oggi qui c'è tutta la città di Palestro, anche i più giovani. Amate questi luoghi. Dopo il 150°, conservatali, fateli vivere, raccontateli! Questo di Sommaruga è uno dei monumenti più belli e originali, con le sue decorazioni bizzarre, orientaleggianti. Abbiamo visto all'interno, nel cuore del monumento ricoperto di pasta vitrea i teschi di centinaia di soldati morti. Erano tutti giovani, italiani, francesi, austriaci, ungheresi, cechi, algerini. E tutti avevano imparato in quei giorni del maggio 1859 a cantare la stessa canzone: la bella gigogin, che piacque tantissimo sia ai tirolesi che agli zuavi. Morirono in tremila, cantando la stessa canzone! Oggi riposano insieme, in questa che è una delle nostre mille Tour Eiffel, diffuse nel nostro straordinario territorio, che noi abbiamo il dovere di amare, curare, far rivivere. la nostra storia di liberazione, la nostra rivoluzione, è una storia nobile, bella, degna di essere ancora raccontata. Non fu mai nazionalismo, fu l'idea di conquistare il diritto ad avere uno stato nazionale in una Europa dove gli stati nazionali diventarono lo spazio per la progressiva conquista dei diritti civili, sociali, economici. C'è la figura di Cavour dietro a questo monumento, il costruttore dello Stato moderno, l'inventore del nostro Parlamento. L'erbaccia e i fulmini avevano quasi distrutto questo ossario che oggi risplende, sono solo un ricordo, grazie all'intervento della Presidenza del Consiglio. E' un percorso che deve continuare"

Il fatto d'arme che questo Ossario ricorda è noto: il 30 maggio del 1859, le truppe piemontesi inquadrate nell'armata alleata guidata da Napoleone III occupano Palestro, vicino a Pavia. La risposta austriaca si fa immediatamente sentire e il 31 maggio, l'esercito imperiale attacca il paese. Lo guida il fedmaresciallo Zobel. L'attacco venne respinto dai 1300 uomini al comando del generale Cialdini affiancato da Vittorio Emanuele II che condusse personalmente le truppe zuave francesi nel contrattacco. Per gli austriaci fu una disfatta con moltissimi morti e feriti sul campo di battaglia oltre a 400 periti per annegamento nelle acque del Sartirana, nel corso della scomposta ritirata che lasciò più di mille prigionieri.
Per onorare i caduti si costituì un Comitato che cercò ovunque i finanziamenti che consentissero di innalzare un Ossario degno di una così tragica e gloriosa storia. Dei sei progetti esaminati, la scelta cadde su quello presentato dall'architetto Giuseppe Sommaruga che si impegnò a non "sfondare" le 18 mila lire, indicato come tetto massimo di spesa. I lavori iniziarono nel 1892 e già il 28 maggio dell'anno dopo si inaugurò il nuovo Ossario.
Si tratta di un elegante edificio a base quadrata, con un robusto zoccolo a tre scaglioni da cui si diparte una ulteriore struttura sormontata da una alta struttura cuspidata, decorata con inserti ceramici e con leoni marmorei e conclusa dal volo di un'aquila di bronzo. Negli ambienti interni sono raccolte le spoglie dei caduti.
Tra i cento monumenti restaurati nell'ambito de "I Luoghi della Memoria", questo, afferma ancora il Consigliere Peluffo, era uno di quelli maggiormente degradati. Chi l'avesse visto solo un anno fa stenterebbe a riconoscerlo oggi, con i colori dei marmi e delle pietre recuperati, con le ceramiche ed i bronzi ripuliti. Ma il lavoro delle maestranze coordinate dall'Unità Tecnica di Missione per i 150 anni dell'Unità d'Italia (responsabile del progetto, l'architetto Marianna Cravanzola), non si è limitato ad un lifting esterno ma ha coinvolto la struttura, in tutte le sue parti. Un risanamento complessivo che garantisce nuova vita ad un monumento davvero importante sia per ciò che ricorda ma anche per la notevole qualità architettonica.

0 commenti:

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More