Dal piacere per la carne, l'orgoglio per le proprie tradizioni
Non è semplice riconoscere e accettare che i tempi cambiano. Nuove mode e tendenze alimentari stanno lentamente modificando il concetto di cibo e con esso le tradizioni culinarie depositate da millenni dentro la nostra identità e cultura. Cosi abbiamo assistito e assistiamo inermi e meravigliati alla comparsa del fast food degli anni ’90, del bio e il biodinamico negli anni 2000 e infine dello stile vegan di questo decennio.
E' tempo di guardarsi attentamente attorno e vedere che essere carnivori (o meglio onnivori) è un po’ come essere demodè, all’antica, fuori dal tempo, il tutto avvallato da uno strisciante e incondizionato attaccamento e da un'irreversibile antropizzazione culturale di tutti gli animali sia domestici che non.
Una folla sempre più numerosa di adepti del salutismo, dell’antispecismo e del qualunquismo si accanisce “inspiegabilmente” e “indiscriminatamente” contro l’”uomo onnivoro”, contro i cultori della buona tavola, contro gli estimatori del grasso. Una guerra d’opinione (speriamo rimanga tale) che confonde il “cosa fai” con il “come lo fai”, che non distingue tra quantità e qualità, e che identifica nel grasso il proprio principale nemico e nel suo animale più rappresentativo il male supremo.
Per spiegare le nostre ragioni con i fatti, ancora una volta, con orgoglio, nel giorno del santo protettore degli animali rifaremo LA FESTA al nostro simbolo e vessillo: il maiale.
Così, durante la prossima edizione, tra il serio e il faceto, accettando il nostro destino inesorabile di diventare una minoranza; si coglierà l’occasione per approfondire i temi legati alle nuove tendenze alimentari (tra cui la lotta indiscriminata al grasso) e si porranno le basi della nostra resistenza alimentare carbonara.
Quindi “La Festa del Nino” si rifà! Perché noi preferiamo, tutto sommato, avere una festa in più (magari vegana) che una festa in meno.
Buon appetito e buona festa a tutti noi.
Ignoranti di spessore
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