La Pizza “Scima” (termine dialettale per pizza “scema” o semplice) veniva preparata in mancanza del pane, anche spezzata con le verdure, tramite lavorazione manuale: l’impasto di farina viene appiattito in una sottile sfoglia impressa con le dita (conferendo alla superficie superiore il tipico aspetto ondulato), aggiungendo sale e, a discrezione, olio.
La Sagra vuole essere un modo per rievocare il sapore “povero” di un prodotto che è ancora adesso per molti il ricordo della genuinità e della semplicità della cucina tradizionale di alcune aree della nostra regione.
Il piatto completo, comprende, insieme alla tradizionale pizza scima, prosciutto, salame, salsiccia, ventricina, formaggio e pomodori; a seguire, come dolce, un piatto di pizza, cacio e miele, oppure la altrettanto tradizionale “totera” casolana.
Ad accompagnare le pizze anche i classici arrosticini, insieme a birra alla spina, vino e bevande.
Nel corso delle serate, musica dal vivo, ballo in piazza, esibizioni ed estrazione premi lotteria di beneficenza, pesca di beneficenza “Lu Ciocchele” a favore dell’AIRC.
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