Sabato 15 aprile 2023, si apre,
nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale di Franco Dallegri “Trasfigurazioni” a cura di Flavia Motolese. La
mostra resterà aperta fino al 29 aprile 2023 con orario dal martedì al venerdì
9:30–13:00/15:00–19:00, il sabato 15:00–19:00.
Le opere di Franco Dallegri nascono in
un territorio di confine tra figurazione e astrazione, in una dimensione
osmotica in cui confluiscono elementi concreti e ideali. Qualcosa viene da una
dimensione più profonda, che sfugge alla percezione sensibile, ma non a quella
più acuta della mente, dove si compie l’assoluta distillazione delle immagini.
Il riferimento primo torna ad essere
la realtà, ma il linguaggio pittorico, identificabile con una grammatica
unitaria e definita, anche se ispirato dagli oggetti concreti, presenta una
libertà e una sperimentazione dei colori di impronta nettamente
espressionistica.
Come ha scritto Guillame Apollinaire a
proposito di Fernand Léger: “vi è il desiderio di ricavare da una composizione
tutta l’emozione estetica che essa può offrire.”
Dallegri privilegia l’aspetto
strutturale e quello cromatico del quadro, riducendo il lato descrittivo della
figurazione fino a ottenere un’estrema schematizzazione. L’immagine, estratta
dalla percezione visiva reale di partenza, viene trasfigurata attraverso
l’intuizione dell’artista che decostruisce e ricompone secondo uno schema
semplificativo di impronta plastica bidimensionale.
Come dichiara lo stesso Dallegri: “la trasfigurazione è la materializzazione,
mediante forme e colori, di una intuizione che va oltre l’apparenza della
percezione visiva reale “esprimendo” immagini più o meno purificate della
realtà e possibilmente significanti, contigue all’essenza delle cose.”
Preponderante diventa il carattere
espressivo dell’opera: giocando coi
rapporti tra superfici piatte e ritmi lineari, Dallegri esamina non il
soggetto, bensì la modalità di visione della forma.
L’artista parte dalla raffigurazione della
realtà, per poi semplificarla, tramite l’accostamento di colori primari e di
secondari puri, accesi, luminosi, privi ormai di riferimento alla descrizione
naturale, non avvalendosi più della linea di contorno. Le figure, tese
all’emozione e all’intensità vitalistica, sono costruite solo col contrapporsi
di vari colori. Attraverso la ricerca e successiva composizione di segni
essenziali, la pittura riesce a ricreare un sentimento intenso del mondo
fenomenico, in cui vengono messe in rilievo più le relazioni tra gli elementi
che il soggetto stesso. Dallegri si misura non soltanto con la sfera del
visibile, ma anche con quella dell'impercettibile poiché tutta la sua ricerca è
caratterizzata dalla presenza di interrogazioni sulla natura dell'esperienza
umana.
La dimensione del
quotidiano e quella della natura si caricano di significati universali; le
opere, come istantanee, riescono ad attribuire senso anche a ciò che,
apparentemente, è insignificante. La pittura illumina oggetti all’apparenza
banali, ma che celano una potente forza vitale e simboleggiano quella
dimensione vicina in cui ognuno può trovare una relazione di contiguità con il
proprio vissuto.
La costante
sperimentazione e ricerca hanno condotto Dallegri a un progressivo affinamento
stilistico che, pur toccando le soglie dell’astrattismo, riesce a
cristallizzare la profonda meraviglia per l’incanto della realtà. L’artista
cerca di comprenderne la complessità, in un percorso di esplorazione,
conoscenza e comprensione dell’universo, dal microcosmo delle particelle
elementari ai suoi confini più remoti.
La sequenza delle
opere segue un climax ascendente fino ad arrivare al culmine perfetto di
sintesi con cui l’artista ci fa addentrare immediatamente nell’abisso della
verità: capacità di osservazione, analisi e rielaborazione di Dallegri sono
talmente allenate ed evolute da riuscire ad elevare lo stato di coscienza
dell’osservatore.
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